Le cinquanta cose, luoghi, culti, eventi e monumenti da non perdere nell’estate salentina.

1) Scoprite la costa torre dopo torre al tempo del mare. On the road Da san Cataldo a Santa Maria di Leuca.

2) Concedersi una passeggiata tra i vicoli di Gallipoli vecchia. Il vostro olfatto saprà dove è meglio andare.

3) Fermarsi a chiedere indicazioni ed assistere ad un litigio tra due zelanti suggeritori in disaccordo sulla strada migliore.

4) Vivere appieno l’ospitalità di un B&B e lasciarsi conquistare dalla gentilezza dei gestori.

5) Rifiutare cibo quando qualcuno ve lo offre otterrà l’effetto contrario. Continuando a rifiutare si otterrà un aumento esponenziale di pietanze e porzioni offerte.

6) Pasticciotto e caffè in ghiaccio non sono la colazione, sono uno stile di vita.

7) Farsi un chilo di pane a colpi di scarpetta nella pepata di cozze.

8) Bruciarsi il palato con un rustico appena sfornato, maledire la vostra impazienza, mangiarne un altro subito dopo, scottarsi di più.

9) Essere sempre cortesi con i camerieri, se vi prenderanno in simpatia vi consiglieranno i piatti migliori.

10) Adocchiare una bella stria (ragazza) al bar della discoteca. Bere un pò per farsi coraggio. Risvegliarsi incredulo sulla spiaggia di Porto Selvaggio. Stare calmi e godersi il paesaggio, magari un bagnetto.

11) Passeggiare tra le campagne e gli ulivi. Vagare senza una meta. Ritrovare se stessi. Perdersi di li a breve.

12) Vivere un giorno intero senza guardare l’orologio. Orientarsi col sole. Sbagliare puntualmente.

13) Se Tripadvisor è offline basta chiedere informazioni. Se l’insegna è sbiadita e il menù ha solo tre portate…saranno fenomenali.

14) Visitare Lecce di sera. Le luci della movida danno il giusto colore al borocco di bancarelle e vetrine.

15) Partecipare all’evento conclusivo del festival del cinema del reale a specchia. Un evento talmente esclusivo che ci sono perfino io e mio cugino.

16) Farsi un tuffo al Ciolo, ma mica dal ponte… da uno scoglio, il più basso possibile. Vantarsi comunque dell’impresa temeraria.

17) Portarsi il costume ad ogni festa in spiaggia.

18) Farsi un giro in barca possibilmente nelle grotte. Dal lato adriatico al mattino, dal lato ionico dopo pranzo per godere della luce del sole che ne illumina i fondali.

19) Ricordati di onorare San Lorenzo tutta la notte in spiaggia, che la legna per il fuoco non è mai abbastanza, come anche la birra e qli asciugamani puliti.

20) Giocare all’arrembaggio con i pedalò. Farsi richiamare col megafono. Continuare a giocare.

21) Sotterrare l’anguria sul bagnasciuga per tenerla in fresco e non trovarla mai più.

22) Il mare lo sceglie il vento. Da Gallipoli a Leuca se tira Levante o Grecale, da Leuca ad Otranto per scirocco e tramontana.

23) Rubare un bacio al tramonto nella baia di Lido Pizzo.

24) Trascorrere un’intera giornata in spiaggia equipaggiati come se non ci fosse un domani. “Stanato di pizza”, pasta al forno e barile di birra sepolto con l’anguria.

25) Passeggiare in riva al mare nel primo mattino quando tutto tace e la pace si può toccare. Dal lato adriatico se il tempo è sereno si scorgono i monti d’Albania.

26) Balla. Balla sempre. Balla come ti pare. Qui nessuno ti da il voto.

27) Farsi un aperitivo a base di cozze crude, gamberi rossi di Gallipoli e ricci di mare in un chiosco vicino al mare. Abbinare rigorosamente con Negramaro rosato frizzante.

28) Darsi l’appuntamento con qualcuno in “piazza” o “sul Lungomare” senza ne orario ne squillo prima di partire. Tranquillo sarà lì, in giro, prima o poi.

29) Sbagliare strada di proposito tornando dal mare. Vedere dove porta. Li troverete qualcuno felice di proporvi un aperitivo.

30) Ammirare l’incontro dei due mari, Adriatico e Ionio, da punta Ristola a Leuca.

31) Capire che “nù nè lu mutu cha te ‘binchia, ma lu picchi ca te onora!” (non è tanto da saziarti ma è quel poco che serve a onorare la tua presenza)

32) Farsi scortare da un gatto alla scoperta di Presicce, tra vicoli intricati e frantoi ipogei.

33) Andare ad una festa e portarsi un cugino.

34) Vivere la magia dell’alba ad Otranto, la punta più ad est d’Italia. Non sarai mica un vatusso ma vedrai per primo la luce del sole.

35) Se una nonna dovesse offrirvi del cibo non rifiutare mai. Non è scortesia è sacrilegio. Lei correrà in cucina ad infornare di tutto alla ricerca di una ricetta che vi piaccia.

36) Farsi “una coppa” di pittule. Preparate tradizionalmente in inverno, ma decisamente troppo buone per farle solo a Natale.

37) Farsi il pasticciotto in tutte le sue varianti e collezionare le foto. Dal tradizionale al gourmet c’è ne per tutti.

38) Il caffè in ghiaccio con latte di Mandorla crea assuefazione.

39) Seguire una “Strada del vino”, scovare ogni mercatino del gusto. La bontà della nostra cucina è fatta di tanti piccoli produttori che in questi eventi fanno vendita diretta.

40) Assaggiare una volta nella vita una frisa alla “chitàmmuertu” a base di sarde, ricotta scanta e paparussu maru.

41) Assistere alle prove della Notte della Taranta a Melpignano. Stesso spettacolo ma meno degrado alcolico. L’eventone si gusta meglio in TV.

42) Accreditarsi al privè di una discoteca all’aperto molto esclusiva ed incontrarci chiunque Compreso tuo cugino: “Perchè non mi hai chiamato!?!”.

43) La pizzica è adatta a tutti ma rispetta la danza delle spade. Imitarne i movimenti e come guardare Dr House e prescriversi il metadone.

44) Incantati come un bambino col capo in sù per le luminarie della festa di Santa Domenica a Scorrano.

45) Se sei a piedi prova a chiedere un passaggio e racconta la tua storia.

46) Visitare la chiesa di San Pietro e Paolo a Galatina. È li che si curavano i tarantati.

47) Compra un pareo che non indosserai mai.

48) I segnali stradali sono una mera formalità, ma tutti continuano a chiedersi cosa indichi la freccia “tutte le direzioni”.

49) Sorseggiare una bibita fresca sotto una tettoia di “cannizzi” e godersi il momento.


50) Crederci fino in fondo, fino al mattino. quando il cornetto è solo un’altra scusa a te serve solo un bacio. Dai che ti costa?!? Siamo solo io e te, e tuttu quistu mare, e lu sule ca sorge cu ne vide, e vento, e terra tutta intorno, che sussurra a chi l’ascolta lungo il suo cammino: “fermati qui… fermati qui…”.

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