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Otranto

Otranto è la prima città d’Italia a scorgere le prime luci di ogni nuovo anno in virtù della sua posizione, si trova infatti nell’estremo punto orientale della penisola.
Come per molte altre città del Salento, anche nel caso di Otranto occorre risalire a tempi antichissimi per individuarne l’origine.
Le prime tracce di insediamenti umani risalgono infatti ai secoli XIII – XI a. C.. Si registrano poi le dominazioni di numerose popolazioni: i Messapi; i Greci, che fecero rientrare la città nel territorio della Magna Grecia; i Romani.

Nei secoli Otranto divenne una cittadina portuale di fondamentale importanza e si costituì come ponte strategico tra Oriente ed Occidente. Il 1480 fu un anno nero per la Città che visse uno degli episodi più oscuri e sanguinosi della sua storia e probabilmente della storia dell’intera penisola Salentina: l’invasione delle truppe Turche di Maometto II, Gedik Ahmed Pascià, il cui scopo era quello di estendere ad Occidente l’impero Ottomano. In occasione di quest’incursione vennero martirizzati 800 Otrantini colpevoli di aver rifiutato la conversione religiosa e di essere rimasti fedeli alla parola di Cristo.

La tragedia dei martiri di Otranto ha ispirato diversi artisti italiani nella realizzazione delle proprie opere: la scrittrice e linguista milanese Maria Corti ha composto un romanzo dal titolo “L’ora di tutti” (Bompiani, 2001) e il grande Carmelo Bene, sublime attore italiano, nato a Campi Salentina, realizzò un’opera eclettica e visionaria quale è il film “Nostra Signora dei Turchi”. L’affascinante storia di Otranto, le sue alterne vicende di gloria e declino, giungono così fino ai giorni nostri, narrate, stampate, impresse su pellicola, studiate ma soprattutto incise nelle pietre delle sue chiese, dei suoi vicoli, dei suoi palazzi. Oggi Otranto è una delle località più visitate del Salento grazie alle antiche storie di cui ci rendere partecipi, ai luoghi incantevoli che ci fa scoprire e agli interessanti eventi che animano la sua stagione estiva.

Da visitare

La Cattedrale dell’annunziata

La sua costruzione risale probabilmente al periodo normanno, precisamente negli anni tra il 1080-1088 ed è la chiara testimonianza del benessere e della ricchezza della città di Otranto. La Cattedrale è anche il frutto della profonda devozione del Re e della gente del popolo che contribuì con il proprio lavoro alla costruzione di questo splendido edificio nel quale sono riconoscibili stili architettonici differenti (paleocristiano, bizantino, e romanico) che fondendosi danno vita ad una innovativa bellezza. Sulla facciata svetta il magnifico rosone a 16 raggi di epoca rinascimentale ma è ciò che nasconde la Cattedrale, nella profondità del suo “cuore”, che lascia la mente interdetta. Per tutta l’estensione della Cattedrale, occupa infatti la navata centrale, l’abside, la navata destra e la navata sinistra, si estende il celebre mosaico pavimentale realizzato, tra il 1663 e il 1665, dal monaco Pantaleone, responsabile della facoltà di pittura dell’università di Càsole. Quest’opera affascinante e misteriosa – gli studiosi si sono infatti interrogati spesso sul suo significato attribuendole differenti significati – rappresenta un albero, l’”albero della vita”. I suoi rami, che ripercorrono l’intera storia dell’umanità e nello stesso tempo rappresentano un viaggio verso la vera conoscenza, sono popolati da figure, personaggi, immagini che hanno le più disparate provenienze. Ritroviamo infatti scene e presenze tratte dai testi biblici: la cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre, la vicenda di Caino e Abele, il ciclo di Giona, l’arca di Noè, la Torre di Babele. Sono presenti personaggi della storia antica come Alessandro Magno sorretto da due grifoni; personaggi mitologici e figure leggendarie come Re Artù, la Sirena Melusina e gli animali tratti dai bestiari medievali; figure tratte dall’astronomia come i segni zodiacali. La Navata Sinistra presenta un altro albero, quello “del Giudizio Universale” che si divide in due parti, una corrispondente all’Inferno e l’atra al Paradiso. Anche la Navata Sinistra è occupata da un albero, “della Redenzione”, sul quale si riconosce la figura di Re Salomone. L’albero centrale è sorretto da due elefanti simbolo di saggezza. Al di sotto dell’abside, del presbiterio e di una parte dell’aula si estende la CRIPTA che risale probabilmente all’epoca romana; qui nelle sette teche della navata destra sono conservati i resti dei martiri Otrantini. Nella Cattedrale è inoltre presente la roccia sulla quale avvennero le decapitazioni.

Il Castello

Fu costruito come fortificazione costiera dopo lo sbarco dei turchi nel 1537 in “Terra d’Otranto”. All’ingresso del Castello domina lo stemma di Carlo V, circondato dai fossati, mentre l’imponente struttura ideata da Francesco di Giorgio Martini, domina con la sua maestosità sull’omonima piazza. Il Castello è a pianta pentagonale con torrioni cilindrici angolari. Sul Castello vi sono varie leggende che narrano la presenza di un fantasma sullo spuntone o l’esistenza di passaggi segreti e sotterranei che porterebbero anche fino a Leuca, mentre si dice che quando il Castello divenne un carcere chi cercava di evadere venisse gettato dalla “punta di diamante” (uno spuntone a becco di rostro) legato a delle corde in modo che venisse tranciato in due alla caduta.

La Basilica Bizantina di San Pietro

Costruita intorno al VIII secolo e restaurata verso il XII. La leggenda vuole che la Chiesa sia stata costruita da un ricco Otrantino che si convertì dopo aver ospitato San Paolo che sostò ad Otranto durante il suo viaggio verso Roma. Il ricco abitante di Otranto donò la sua casa affinché fosse trasformata in una chiesa. La Chiesa e gli affreschi interni che la ricoprono interamente donano una visione sovrannaturale, grazie anche all’uso della luce che sembra essere stata imprigionata negli affreschi. L’ingresso è preceduto da un portico, simbolo del passaggio dal mondo profano al sacro, dal peccato allo stato di grazia. Vi è anche un’edicola dedicata al santo.

Abbazia di San Nicola di Casole

Grazie ai monaci basiliani di Casole, Otranto fu il tratto di unione tra Roma e la Chiesa orientale fino al Concilio di Firenze (1439). Oggi del Monastero di S. Nicola di Casole, un tempo febbrile centro culturale di letteratura e di arte (vi era un’importantissima biblioteca), non restano che ruderi informi. Del grandioso monumento si possono ancora ammirare solo le Colonne multiple che dovevano sostenere un grandioso arco ed un pozzo. I testi profani e sacri della biblioteca sono conservati nelle più grandi ed importanti biblioteche del mondo.

Chiesa di San Francesco o Santuario di Santa Maria dei Martiri

Costruito sul colle della Minerva, ex convento dei paolotti, fu eretto quando Alfonso II d’Aragona liberò Otranto dai Turchi nel 1481 e fu dedicata a San Francesco di Paola che aveva predetto la distruzione di Otranto con 6 mesi di anticipo. Nella chiesetta vi è una epigrafe murata in memoria degli 800 Martiri. (In nome della Patria e della Religione).

Torre del Serpe

Sorge poco lontana dal colle della Minerva, rappresentata sullo stemma di Otranto; ciò che rimane oggi sono solo i resti delle comuni torri di riviera che furono costruite, soprattutto da Carlo V, come punto di vedetta per le incursioni nemiche. Esistono molte altre torri e masserie che venivano usate come strumento difensivo dagli attacchi marittimi; oggi sono delle suggestive testimonianze architettoniche che caratterizzano ancora di più la costa otrantina.

Eventi a Otranto e dintorni