Pietre dal passato: menhir, dolmen e specchie del salento
Nel Salento sono presenti numerosi monumenti neolitici, da sempre avvolti da un’aura di mistero che ancora non si è completamente dissolta. In un primo tempo, si ritenne che fossero monumenti eretti dalle popolazioni celtiche per i loro riti, data la forte presenza in Bretagna. Successivamente, furono collocate dagli studiosi, appunto, nell’età neolitica. Queste pietre singolarissime hanno il nome di Dolmen e Menhir.
I Dolmen
I Dolmen sono le costruzioni più antiche e sono costituiti da due o tre pietre di grandi dimensioni adagiate verticalmente e da un lastrone che le sormonta, in un gioco di equilibrio che appare precario, ma che ha sfidato la forza dei millenni.
Probabilmente avevano la funzione di monumenti sepolcrali, oppure erano altari per i sacrifici rituali. Uno dei dolmen salentini più noti e importanti è il Dolmen li Scusi, che si trova nelle campagne di Minervino.
I Menhir
I Menhir (nome che significa pietra lunga) sono degli enormi massi monolitici verticali, conficcati nel terreno senza base d’appoggio, e che arrivano all’altezza di più di 5 metri; probabilmente erano legati al culto del dio Sole oppure ai culti fallici, ad ogni modo legati al culto della madre terra e della sua fertilità. Secondo altre leggende, sono legati al culto dei morti, rappresentando un punto di passaggio delle anime dal profondo della terra al cielo, o ancora segni che creavano cerchi magici a protezione delle campagne circostanti e dei raccolti. Visti da sempre come monumenti legati al paganesimo, in passato furono obiettivo da parte della chiesa di una battaglia repressiva. Essi venivano sempre ripristinati, così si cercò di ricondurli nell’alveo del cristianesimo facendo incidere delle croci sulle loro sommità. I Menhir sono presenti in numerosi centri del salento, e in alcuni casi si sono ritrovati circondati dall’abitato.
Specchie
Il Salento è stata anche terra di numerose Specchie risalenti all’età neolitica, di cui diverse oggi sono conservate in buono stato. Si tratta di cumuli di terra e pietre, alcuni anche di notevoli dimensioni, che si pensa potessero essere luoghi di avvistamento oppure luoghi sacri o sepolcrali. Tra le specchie più importanti ricordiamo la Specchia della Silva di Taurisano: la più grande mai scoperta, e quelle di Zollino, Presicce e Ruffano.