Alliste e Felline
Sono da sempre legate l’una all’altra. Si racconta che in un tempo molto lontano i Saraceni attaccarono il borgo di Felline e i suoi abitanti furono costretti alla fuga, protetti dalle ali dell’arcangelo Michele. Sono stati loro a fondare il borgo di Alliste, chiamato così proprio in onore delle ali del santo.
Alliste e Felline sono due borghi minuti ed essenziali, rimane nell’aria delle loro stradine lo spirito antico di una cultura semplice, di persone che sapevano vivere di poco e con poco.
Alliste e Felline sono due borghi minuti ed essenziali, rimane nell’aria delle loro stradine lo spirito antico di una cultura semplice, di persone che sapevano vivere di poco e con poco.
La chiesa di San Quintino fa risplendere la piazza principale di Alliste. È stata costruita nel 1455 insieme all’Ospedale per dare rifugio e accoglienza ai più bisognosi. Nel tempo è stata più volte rimaneggiata fino ad apparire così com’è oggi. La facciata è ricca di caldi colori accesi. In alto, tra guglie e ricchi decori, si trova il dipinto che raffigura San Quintino. L’immagine del santo si trova anche nella tela del ‘Cinquecento custodita all’interno della chiesa, insieme ad altre opere di pregio e ad un busto in argento che raffigura sempre il santo. Poco lontano da Alliste si trova la frazione di Felline, con il suo centro storico che racconta una storia antica. Si respira aria di Sud e di autenticità tra le strette stradine candide, imbiancate con la calce. Si affacciano di tanto in tanto colorati fiori appesi per i vicoli e lasciano lo spazio alle tonalità chiare della pietra leccese che arricchisce finestre decorate e portali. Il borgo di Felline è ricco di ristorantini dove gustare ottimi piatti di cucina tipica e vini locali, tra antichi monasteri e castelli che oggi sorvegliano i passi di chi si lascia incantare da questo delicato borgo.
Il Castello baronale di Felline è appartenuto alla famiglia Bonsecolo e risale al XII secolo. Parte della sua struttura ha lasciato spazio alle abitazioni civili costruite molti secoli dopo e le famiglie che lo hanno abitato l’hanno trasformato in un palazzo nobiliare, facendogli perdere l’aria minacciosa da fortezza che aveva in origine. Sulla piazza si trova anche Palazzo D’amore, con un grande portale in bugnato, imbiancato a calce, che cattura la vista anche da lontano. In alto si trova un’imponente balconata, messa in una posizione scenografica per dominare sulla piazza.
Il luogo di culto più importante è la chiesa di San Leucio, che guarda fuori dall’abitato, verso la campagna. Ha una facciata molto semplice, arricchita solo da un portale posto fra due colonne. All’interno si ritrova il senso di quel tardo barocco realizzato sul finire del ‘Settecento e l’autenticità della scuola napoletana che si ritrova nei decori ma soprattutto nell’altare maggiore, realizzato in marmo di Carrara.
Ad Alliste sono collegate anche le marine di Posto Rosso e Capilungo. Qui si vive in assoluta tranquillità, ci si lascia cullare dal rumore del mare che si insinua tra le scogliere aguzze, a tratti basse, a tratti un po’ più alte.
Basta osservare la costa per individuare anfratti e calette che permettono di fare il bagno in acque turchesi e trasparenti, che lasciano intravedere un fondale variopinto e piccoli pesci colorati che nuotano attorno ai bagnanti. Il tratto di costa tra le marine di Posto Rosso e Capilungo è tra i più suggestivi della costa ionica. Il sole a picco crea disegni giocando con l’ombra degli scogli, il tramonto nei giorni limpidi di tramontana lascia intravedere le cime della vicina Calabria. Qui, tra gli anfratti rocciosi cullati dal mare, si trova la baia dei diavoli. Alcuni raccontano che il suo nome sia venuto fuori in seguito ad un naufragio di navi che arrivavano dalla Persia, trasportando anche degli elefanti. Qui nessuno aveva mai visto degli animali simili e vennero additati come “diavoli” Qualcun altro dice che il suo nome derivi dal punto in cui ci troviamo: la scogliera più alta del mar Ionio e lo sciabordio dell’acqua tra gli scogli nella notte crea un’atmosfera a tratti spaventosa, come se ci fossero dei diavoli. La Baia dei diavoli è comunque un luogo d’incanto, tra i tratti di costa più suggestivi del Salento. Basta individuare la caletta giusta o scegliere il punto migliore per tuffarsi ed immergersi in acque limpide e rigeneranti.
Per godere al meglio della costa e del paesaggio che la circonda è stato ideato un lungo cammino che attraversa la scogliera di Capilungo. Si passeggia tra i profumi del rosmarino e della macchia mediterranea, facendosi cullare dal racconto del mare. È un cammino adatto a chi ha bisogno di pensare, di rilassarsi, di trovare un nuovo contatto con se stessi e con il mondo che lo circonda. Adatto a chi ha bisogno di stare da solo, a chi vuole regalare una passeggiata romantica, alle famiglie e a chi vuole fare una corsa senza rinunciare ad un panorama suggestivo.
Itinerario intorno ad Alliste
Racale
Incuneata tra la bianca Leuca e la bella Gallipoli, c’è Racale, distante appena cinque minuti da Alliste. Non uno dei tanti piccoli borghi che costellano il Salento ma “la città della follia”. Così è oggi conosciuta questa cittadina, le sue origini sono ancora oggi incerte tra la fondazione attribuita al liberto romano Eraclio e la presenza di un tempio ellenico dedicato all’eroe Eracle. Preda di incursioni saracene nel medioevo, con l’arrivo dei Normanni e poi negli anni a seguire ha ritrovato stabilità e prosperità.
Racale è un luogo pieno di contraddizioni, ad iniziare dal suo centro storico, concentrico e contorto, che pulsa attorno a Piazza San Sebastiano, il Santo patrono conosciuto anche come Santu Ciau. È sua l’immagine raffigurata nell’ingresso sud della città, un murales che si estende in verticale, firmato dall’artista Ozmo, che raffigura il santo in una versione pop, con addosso un paio di slip griffati.
Su Piazza San Sebastiano si trova l’insegna dell’ultimo cappellaio del Salento ma anche la nuda facciata della chiesa matrice di Santa Maria De’ Paradiso, oggi intitolata a San Giorgio martire. Folle anch’essa perché è stata capace di ritrovare una linea armonica perfetta tra le spoglie vesti medievali e i ricchi stucchi settecenteschi che custodisce al suo interno. Più volte ripresa e rimaneggiata nel corso dei secoli, oggi appare nella sua bellezza con una facciata in pietra locale, semplice e raffinata. Al suo interno si trova un ricco patrimonio d’arte sacra, con firme di prestigio come quella del maestro cartapestaio Giuseppe Manzo che ha realizzato il San Francesco d’Assisi.
Luogo del potere nella storia è stato il Palazzo Baronale voluto, e realizzato nella sua parte più antica, del, feudatario di Racale a partire dal 1411. Un cognome, Tolomei, che riecheggia nella storia della letteratura perché da questa famiglia discende un nome reso celebre dalla penna di Dante Alighieri che racconta di Pia De’ Tolomei nella Divina Commedia. A Puccio e a Porzia De’ Tolomei si deve il merito di aver fatto rinascere Racale. Il loro palazzo è stato più volte restaurato e ha perso tanto dei connotati originali, tuttavia varcando il portone d’ingresso del ‘Settecento si possono ammirare i resti del nucleo più antico con le sue due torri merlate, le uniche due rimaste.
Tra le vesti del centro storico, lastricato e lucente, ci si aspetta di incontrare antichi palazzi e colonne ma Racale dev’essere unica anche in questo, costellata di piccole contraddizioni. Attraversando Porta Terra, stretta oggi tra la torre campanaria e quella dell’orologio, ci si addentra giusto di qualche passo tra i vicoli per poi ritrovarsi davanti Ready. Un nome inglese e contemporaneo per la nuova biblioteca di comunità, inaugurata nel 2022. Ready è lontana dal concetto polveroso di biblioteca, è un caffè letterario e un luogo per incontri e scambi di idee e progetti. Un luogo di studio e formazione, vestito di colori e tecnologia ma anche di tanta arte, da visitare per innamorarsene.
Torre Suda
Torre Suda si affaccia sul mare, è l’unica frazione di Racale. Guarda ad una scogliera a tratti aguzza e pungente, a tratti più dolce. Il mare, si sa, racconta storie che arrivano da coste lontane, trasportate dalla brezza. In questo luogo le ascolta e le raccoglie la torre, Torre Suda appunto, che abita questa marina fin dal ‘Cinquecento. Torre Suda è custode di questo luogo, costruita quando il Salento era presa continua delle incursioni piratesche. Sotto il dominio degli angioini venne pensato e realizzato un sistema di torri costiere messe in comunicazione tra di loro, da costa a costa. Oggi non ci sono più minacce e pericoli a cui badare e questa torre può concedersi di lasciare spazio alla sua vera anima, diventando così luogo di incontri tra arti e culture.
La marina di Torre Suda è uno di quei luoghi tranquilli e solitari, lontano dall’affollata Gallipoli e dalle marine più note. È un luogo dove concedersi pace e riposo, dove passeggiare in bicicletta lungo le piste ciclabili turchesi come il suo mare. Qui i localini sulla costa sono l’ideale per concedersi un aperitivo al tramonto o una cena con gli amici guardando alle acque rischiarate dalla luna.
Torre Suda è conosciuta anche per le sue ville eclettiche. Si tratta di vere e proprie opere d’arte architettoniche, realizzate tra l’Ottocento e i primi anni del ‘Novecento e chiamate così perché sono caratterizzate dalla commistione di diversi stili: dal rinascimentale al tardo barocco, senza dimenticare elementi medievali che richiamano il gotico e il romanico e una strizzatina d’occhio al fascino orientale. Le ville eclettiche sono particolarmente originali anche nei colori, gialli e rossi spiccano dalle facciate, dove si intravedono guglie e merlature. Villa Salomone, Villa Quarta, Villa De Lorenzis e poi la bellezza incontrastata di Villa Schito, che si staglia contro l’azzurro del mare, circondata da un alone di fascino e mistero.
Taviano
Taviano dista da Alliste poco più di 7 chilometri. Sono centri molto diversi tra di loro, Taviano, infatti, ha dimensioni molto più grandi, grazie anche alla sua marina, Mancaversa, e un animo gioioso e vivace. Le sue origini non sono certe ma pare più che probabile che la sua fondazione sia di origine romana e il suo toponimo potrebbe derivare da quello del centurione Ottaviano o potrebbe essere un omaggio all’imperatore Ottaviano Augusto. Messo sotto la guida delle genti straniere che hanno governato il Regno di Napoli, Taviano è passata dalle mani di potenti signori feudali, tra cui il principe di Taranto, Raimondello Orsini del Balzo Oggi Taviano è la città dei fiori, coltivati con grande dedizione nelle serre e nei terreni vicini, è arrivati ad addobbare anche il palco del Festival di Sanremo. Taviano è anche la città dove si celebra San Martino, il santo patrono. L’undici novembre è quella data che i salentini segnerebbero di rosso sul calendario: è festa grande, insomma! Il giorno di San Martino in tutto il Salento si festeggia brindando alla bella compagnia con il vino novello.
Il centro storico di Taviano è stato di recente rimodernato e restaurato, diventando un delizioso angolo di Salento dove le pietre trasudano l’animo del Sud. Qui tra vicoli e stradine si trovano ristorantini ed osterie dove poter gustare l’ottima cucina locale e il vino delle cantine vicine. Nel centro storico si trova anche la chiesa matrice, intitolata al patrono San Martino da Tours. L’anno della sua costruzione è incerto ma di sicuro è stata restaurata nel 1635. Appare oggi in una veste molto sobria, con due alte paraste che incorniciano la facciata. Gli interni sono ricchi di opere, in particolare di statue realizzate tra il XVII e il XVIII secolo e di XVIII secolo. La più bella tra le chiese di Taviano è quella dedicata alla santa della luce, santa Lucia. È un luogo di culto costruito sulle linee di un tempio preesistente e intitolato alla dea Minerva. Anch’essa di fondazione incerta, è stata restaurata intorno al 1650. È in questo momento che tra le sue mura si insinua lo spirito del barocco che ancora oggi spicca tra i decori del portale e del grande finestrone che si trova sulla facciata. D’animo barocco è anche l’interno della chiesa, ricca di tele ed altari. Tra questi sono particolarmente importanti quello dedicato al Crocefisso e a santa Lucia.
Un luogo unico è senza dubbio il villaggio di Castelforte, che si trova tra le campagne di Taviano. Appena giunti in questo luogo ci sembrerà di trovarci all’interno di quei villaggi che si ritrovano nelle illustrazioni dei libri di favole. Il villaggio è dislocato tra piccole abitazione e villette, tra le quali spiccano guglie, merlature e decori romantici che contribuiscono a creare una suggestione unica. Le pale di un mulino, unico nel Salento, si intravedono dalla strada che collega Taviano a Racale e fa sentire un po’ tutti moderni Don Chisciotte. Questo luogo è stato costruito nel 1946 con l’intento di offrire un rifugio sicuro a madri e figli in difficoltà, non ha però mai avuto questa funzione e oggi è un centro servizi per persone in difficoltà.
Poco lontano da Taviano si trova la marina di Mancaversa, uno dei luoghi meno conosciuti del Salento. Lontano dalle spiagge affollate e dalla movida, in tratto di costa che incornicia Mancaversa promette solo di regalare la pace assoluta. Piccola ma dall’animo gentile, chi giunge qui si troverà un mare d’incanto racchiuso tra tratti di sabbia fine e dolci scogliere. Una piccola chiesetta, una bottega di paese e le passeggiate tra i profumi del timo e del rosmarino selvatici. È questo il luogo ideale per chi cerca un’oasi di tranquillità, alla ricerca di se stessi o di un panorama da portare nel cassetto dei ricordi per lenire la nostalgia dei lunghi mesi d’inverno.