Salve e dintorni

Salve, Torre Pali e Pescoluse, Morciano e Torre Vado,
Patù e San Gregorio

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Salve e dintorni

Abitata fin dalla Preistoria, secondo gli studiosi locali il comune di Salve sarebbe stato fondato dal centurione romano Salvius nel 267 a.C. e in seguito alla distruzione di due vicini casali avrebbe poi ingrandito i suoi possedimenti.

Temendo incursioni piratesche anche nel nuovo abitato, la Comunità di Salve ha costruito una fortezza con lo scopo di proteggersi e tenere sotto controllo la costa. Negli anni in cui Carlo V faceva costruire la torre di Torre Pali, l’unica a trovarsi circondata dall’acqua.
Oggi purtroppo non restano tracce dell’antico maniero ma sono tante le case a corte che si possono incontrare passeggiando per il centro storico. Sono antiche abitazioni comuni, all’interno delle quali vivevano diverse famiglie di contadini e allevatori. Sono sempre caratterizzate da un unico ingresso, su cui si affacciavano le porte delle diverse abitazioni, e dove si trovavano anche i ricoveri per gli animali ma anche le pile per il lavaggio dei panni e altri elementi necessari per la convivenza comune. A Salve si possono trovare delle case a corte molto carine, con dettagli unici come l’incisione in latino su cui si legge “Piccola ma adatta a me” che si trova sull’arco della casa a corte Martella – Stranieri. La casa a corte Placì, invece, era stata strutturata con due entrate, una che dava sul borgo e una che guardava verso il mare, per garantirsi una via di fuga in caso di attacco. Oltre a queste le case a corte sono davvero tante e tutte meritano di essere visitate per respirare quel senso antico di solidarietà e condivisione che univa le famiglie che la condividevano, tanto che si racconta che nessuna sentisse la necessità di chiudere a chiave la porta di casa. 

In Piazza Concordia si trova il Palazzo più importante di Salve, Palazzo Carida – Ramirez. Si tratta di una dimora storica risalente all’Ottocento. Gli ambienti di rappresentanza sono decorati da eleganti tempere che arricchiscono le volte, inoltre al piano primo si può accedere ad un ampia terrazza che si affaccia sulla campagna di Salve. Su Piazza Concordia si trova anche la chiesa madre intitolata a San Nicola Magno, compatrono insieme a Santa Teresa.
Costruita sui resti di un precedente luogo di culto, la chiesa matrice di Salve è stata costruita in quasi un secolo, tra il 1577 e il 1672 e negli anni ha subito molti rimaneggiamenti, terminati intorno alla metà del ‘Novecento. L’interno è in stile barocco, particolarmente belli sono gli stucchi che decorano una delle volte, e che incorniciano i medaglioni affrescati nel 1705. Del 1624 è, invece, il pulpito in legno intarsiato e decorato. Tesoro inestimabile di questo luogo di culto è il suo organo, voluto nel ‘Seicento dal popolo di Salve. È uno degli organi più antichi del Salento ed è uno dei più grandi d’Italia.

Le campagne tra Salve e Torre Pali custodiscono due luoghi segreti e unici. Il primo è la Valle del Canale dei fani, si tratta di un luogo davvero magico in cui è regina incontrastata la natura. Nella vale scorre un piccolo corso d’acqua che nei secoli passati ha favorito l’insediamento di piccoli villaggi, dai Messapi fino ad arrivare ai Basiliani. Lentischi, camfortata, crespolina e i tanti profumi della macchia mediterranea ammaliano i visitatori che si addentrano per la valle a piedi o in bici, avendo sempre molto rispetto del luogo in cui si trovano. Tante sono anche le cavità situate nelle rocce che circondano la valle e che sono nate dalla presenza di fenomeni carsici. Tra queste si trova la grotta delle fate, il suo nome si deve al racconto leggendario di alcune fate, o ninfe, che svegliassero i contadini con le melodie dei loro flauti. Negli ultimi anni il Canale dei Fani è diventato famoso anche per la presenza di Elefanti, si tratta di ulivi, seccati a causa della xylella, che sono stati ricoperti da una pianta rampicante fino ad assumere la forma degli imponenti animali africani.

La masseria Spigolizzi è stata, invece, scenario privilegiato di una delle più belle storie d’amore che il Salento possa raccontare. Patience Gray, scrittrice inglese dall’animo rivoluzionario, incontra nel 1960 Norman Mommens, artista e scultore in contatto con intellettuali del calibro di Virginia Woolf. Insieme viaggiano per il momento, fino a decidere di stabilirsi in questa masseria nell’agro di Salve. Al tempo era completamente diroccata, senza luce e senza acqua. Insieme la rimettono in sesto, coltivano l’orto e erbe aromatiche, realizzano le proprie opere. Qui Patience raccoglie le tradizioni culinarie del Salento e scrive il libro di cucina Honey from weed, in lingua inglese perché riteneva che gli italiani non avessero bisogno di imparare a cucinare.
Oggi la masseria è ancora abitata da Nicholas Gray e da sua moglie Maggie che sulle orme di Patience e Norman, continuano a portare avanti l’opera di cura e tutela del territorio.

Torre Pali

Torre Pali è una delle marine di Salve, situata lungo la litoranea che conduce a Santa Maria di Leuca e distante poco più di tredici chilometri da Ugento. Conserva lo spirito di quel Salento vacanziero, che animava le estati negli anni Ottanta e Novanta.
La punta di diamante di questa piccola marina è sicuramente la torre costiera, l’unica del Salento a trovarsi direttamente a largo dalla costa, circondata dalle acque.
Le abitazioni di Torre Pali arrivano a carezzare le spiagge di sabbia fine e dorata, sono luoghi ideali per le famiglie con bambini piccoli perché qui si trova un mare limpido e basso che permette ai più piccini di giocare in tranquillità.
Negli ultimi anni sono sorti tanti locali e ristoranti che animano le sere di chi vuole concedersi una passeggiata tranquilla e una vacanza all’insegna del relax.
Torre Pali custodisce anche un bellissimo luogo segreto. Lasciatosi alle spalle il piccolo porticciolo, si incontra una stradina sterrata. Percorrendola per un tratto di strada si inizierà ad incontrare una fitta vegetazione di macchia mediterranea, fin quando non si aprirà su una minuscola spiaggetta su cui si affaccia l’Isola della fanciulla. L’isola deve il suo nome ad una fanciulla che è stata rapita dai saraceni e, davanti al suo rifiuto di convertirsi alla religione musulmana, è stata gettata in acqua e si è trasformata in questo piccolo isolotto.
In pochissimi conoscono questo luogo che d’estate si trasforma in un vero e proprio paradiso. La spiaggetta è immersa nella solitudine e nel silenzio anche ad agosto e i fondali sono così bassi da permettere di raggiungere l’isola anche a piedi, soprattutto nei periodi di bassa marea.

Pescoluse

Lungo la costa ionica si incontra Pescoluse, conosciuta per la sua sabbia dorata e per le acque cristalline che le valgono da molti anni la bandiera blu di Legambiente. Dista appena un quarto d’ora da Salve e si raggiunge facilmente anche percorrendo la litoranea ionica.
La marina di Pescoluse si trova circondata dal verde delle campagne salentine, delimitata da muretti a secco e intervallata da pajare. Negli ultimi anni è stata interessata da lavori di ristrutturazione che l’hanno resa sicuramente più attraente, grazie anche ai localini che si affacciano sulla piazza principale e ai giochi per bambini che permettono alle famiglie di godere del relax estivo.
Poco prima di arrivare nella marina di Pescoluse si trova il parco astronomico Sidereus che grazie al lavoro dell’esperto Vito Lecci permette ai tanti visitatori di conoscere le meraviglie del cielo e di assistere ai fenomeni celesti più interessanti.

Morciano di Leuca

Morciano di Leuca è uno dei due centri che si è formato in seguito alla distruzione del villaggio di Veretum, una potente città messapica.
Dista tre minuti, poco meno di due chilometri da Salve, e come tutti i paesi del Capo di Leuca, anche Morciano è un centro piccolo ma ricco di meraviglie uniche da vedere. Tra questi c’è sicuramente il suo castello, che si affaccia su Piazza San Giovanni Elemosiniere e stupisce tutti per la sua imponenza. Le origini di questo maniero risalgono al 1335 e nonostante abbia subito nei secoli alcuni importanti restauri, conserva ancora oggi molto dei tratti medievali delle sue origini. Il suo biglietto da visita è sicuramente la torre circolare, che si addossa al corpo di fabbrica caratterizzato da una merlatura tipica dell’epoca.
Il piano terra era l’ala del castello riservata agli ambienti di servizio, mentre al piano superiore si trovavano gli ambienti di rappresentanza e della famiglia feudataria.
Il castello è stato certamente voluto da Gualtiero IV de Brienne per proteggere il borgo e ancora oggi si possono vedere feritoie, caditoie ed altri elementi indispensabili per la difesa. 

La chiesa madre, intitolata alla Madonna del Carmine, è conosciuta da tutti come chiesa del Rosario perché legata all’omonima confraternita. Le sue origini risalgono al finire del ‘Quattrocento e probabilmente inizialmente era un ricovero, un rifugio per gli attacchi saraceni, situato vicino al convento dei Carmelitani.
Conserva alcuni tratti tipici del barocco, sia nelle linee sinuose della facciata che nei decori interni, dove si possono ammirare tele e opere in cartapesta ma anche l’antico organo. 

Poco lontano da Morciano di Leuca si trova la frazione di Barbarano, un luogo conosciuto da tutti anche per le tante epigrafi che si possono scorgere ovunque per l’abitato. Si tratta spesso di motti moralistici e anche simpatici, come quello seicentesco delle dieci P: “Parole poco pensate portano pena perciò prima pensare poi parlare”. Quest’epigrafe, in particolare, è una di quelle situate nelle immediate vicinanze del complesso di Santa Maria di Leuca del Belvedere, conosciuta da tutti come “Leuca Piccola”. Costruito tra il ‘Seicento e il ‘Settecento, questo è l’ultimo dei punti di ricovero che i pellegrini incontravano prima di giungere a Santa Maria di Leuca. Il suo singolare soprannome si deve proprio al suo aspetto che richiama il santuario de Finibus Terrae ma in dimensioni ridotte. A colpire particolarmente sono i suoi interni, ricchi di dipinti che raffigurano, tra gli altri, anche i quattro evangelisti. Leuca Piccola offriva un rifugio ai pellegrini che potevano usufruire di magazzini per le proprie merci ma anche di sotterranei che garantivano temperature miti anche nei mesi più caldi e un approvvigionamento sicuro di acqua perché i pozzi, qui presenti, sono collegati con le vicine Vore. Si tratta di due cavita carsiche, verticali, conosciute perché consentono il defluire delle acque nella falda acquifera. Mentre la vora grande oggi è recintata per motivi di sicurezza, gli appassionati possono concedersi ancora di addentrarsi per quella più piccola, scendendo fino ad una profondità di dieci metri.

Torre Vado

Subito dopo Pescoluse si incontra la marina di Posto Vecchio e poi Torre Vado, distante da Salve sei chilometri. Posto Vecchio è l’ultimo lembo di spiaggia che permette di godersi un tratto di costa di sabbia fine e acqua dai fondali bassi, poi si incontrano scogliere basse e lisce che permettono comunque di fare il bagno in tranquillità.
La marina di Torre Vado è tra quelle più animate prima di scendere giù verso la punta dello stivale. Il nome deriva da una delle ultime torri costiere dello Ionio che si incontrano, rimasta intatta nella sua forma circolare ed elegante.
Ricca di ristorantini e locali, qui si possono gustare ottimi piatti a base di pesce fresco ma anche trascorrere una serata all’insegna della musica dal vivo. Il lungomare si anima soprattutto ogni venerdì sera, in occasione del tradizionale appuntamento estivo con il mercato serale. Questa è anche l’occasione per assaggiare pittule e fritture di pesce ma anche per fare un giro sulla ruota panoramica che attira sempre curiosi e bambini da ogni dove.
A Torre Vado si trova anche un piccolo porto che è da anni uno dei punti di riferimento per chi è alla ricerca di una giornata in barca, grazie alle escursioni che permettono di andare alla scoperta delle grotte situate lungo l’alta scogliera di Santa Maria di Leuca.

Patù

Piccolo ed essenziale, Patù dista 4 km da Salve ed è uno degli ultimi centri che si incontrano prima di arrivare a Santa Maria di Leuca ma, nonostante le sue dimensioni, è un paese ricco di storia e di luoghi da scoprire. Le sue origini risalgono a prima dell’anno mille, quando qui hanno trovato rifugio gli abitanti di Veretum. Veretum era una delle più importanti città messapiche della zona, distrutta in seguito ad un attacco saraceno. Alcuni studiosi hanno anche ipotizzato che il nome Patù derivi da Pathos, ad indicare l’animo che ha portato qui i fondatori del nuovo centro abitato. Sull’altura a pochi metri da Patù si possono ancora oggi vedere i resti delle mura di Veretum e altri importanti reperti sono conservati nel Museo “Sigismondo Catromediano” di Lecce. Qui si può oggi vedere la chiesa di Santa Maria di Vereto, un luogo di culto ‘Cinquecentesco che conserva un ciclo di affreschi su San Paolo.

Carica di mistero e sempre molto suggestivo è il monumento delle Centopietre che si può vedere proprio di fronte alla chiesa di San Giovanni Battista. Il suo nome deriva dall’impiego di cento blocchi di pietra giunti dalla vicina Veretum ma sul suo uso ancora oggi si sa poco. Alcuni ipotizzano che sia stato realizzato per accogliere le spoglie del barone Geminiano, morto valorosamente in quanto messaggero di pace inviato per contrattare con i saraceni. Il corpo, però, non è mai stato rinvenuto e per questo sono ancora aperte teorie sulla funzione di questo monumento che sicuramente per un lungo periodo è stato utilizzato anche come luogo di preghiera, come testimoniano gli affreschi in stile bizantino, ormai gravemente compromessi dall’umidità.
Molto antica è anche la chiesa di San Giovanni Battista, costruita nel X secolo come ricordo della gloriosa battaglia contro i musulmani. La sua imponenza è degna di nota anche se la parte superiore è stata ricostruita nel ‘Novecento. Al suo interno si possono vedere una lapide marmorea che ricorda la battaglia e un cippo funerario che risale ad un periodo compreso tra il I e il II secolo d.C. quando Veretum era un importante municipio romano.

Il centro storico di Patù ricorda un antico borgo medievale, nudo nei suoi palazzi eleganti. Tra questi c’è sicuramente Palazzo Liborio Romano che si affaccia su una delle piazze principali del paese ed è oggi sede di un centro culturale polivalente. L’edificio risale al XIX secolo e regala una suggestione d’imponenza, grazie alla sua facciata che è particolarmente alta. Varcato l’ingresso si accede ad un cortile con un colonnato che richiama le atmosfere neoclassiche del rinascimento italiano.
Patù conserva il senso di un Salento autentico, custodito tra vicoli che richiamano un’atmosfera antica eppure potente, figlia di un centro che l’ha vista protagonista nella storia.

Lungo la costa ionica si affaccia San Gregorio, marina di Patù ed elemento essenziale per Veretum. A San Gregorio, infatti, esisteva un antico porto militare che insieme al porto commerciale hanno contribuito a rendere grande questo antica città messapica, diventata poi nel III secolo un municipio romano.
I fondali di San Gregorio conservano molto dell’antico splendore di questo porto, in parte riemerso di recente con un piccolo molo di attracco.
La Baia di San Gregorio si affaccia su una scogliera bassa che consente di tuffarsi in acque cristalline, è un angolo di paradiso che regala tramonti da sogno. Il cantautore Vinicio Capossela lo ha scelto come suo porto sicuro, lontano dal mondo caotico e confusionario da cui tutti, di tanto in tanto, dovremmo sottrarci.

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