Ugento e dintorni

Ugento e Gemini, Torre San Giovanni, Torre Mozza e Lido Marini, Acquarica-Presicce.

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Ugento

Ugento è stata tra le più importanti città messapiche del Salento, Uxentuum sotto il dominio dell’Impero Romano, alleata nella battaglia contro Cartagine.
Quando le navi saracene hanno iniziato a minacciare le coste del Salento e i loro borghi, i Normanni hanno avviato la costruzione di un castello, nel punto più alto dell’abitato, lì dove già in passato si trovava un castrum romano. Per più di un millennio ha dominato lo sguardo, proteggendo il centro di Ugento. Intorno al ‘Seicento è stato distrutto e ricostruito, infine acquistato dalla famiglia D’Amore che in quel tempo intendeva al feudo di Ugento e a cui appartiene ancora oggi.
È ancora oggi tra i castelli più grandi del Salento e conserva la sua minacciosa aria difensiva, sebbene i D’Amore l’abbiano ingentilito con eleganti affreschi e con un importante piano nobile.Lontano da sguardi indiscreti, oltre le sue mura il castello custodisce un elegante giardino, all’interno del quale si trovano anche due melograni che hanno duecento anni. Oggi sono state reintrodotte erbe aromatiche, tipiche della macchia mediterranea come il timo e l’origano e anche un frutteto di mandorli, aranci e altre varietà, consentendo alle cucine di poter contare su materie prime sempre di ottima qualità. Alle spalle del castello si trova la cattedrale, insieme al palazzo del seminario e alla dimora vescovile.

Questi guardano verso piazza san Vincenzo, cuore palpitante del centro storico. La cattedrale risale al 1880 e si distingue per la sua elegante facciata in stile neoclassico, con un timpano triangolare che poggia su un alto colonnato di gusto ellenico. L’interno è oggi ricco di colori e di altari policromi, ma questa vivacità è stata a lungo tenuta nascosta da una pittura grigia che aveva preso possesso di tutti gli interni. La bellezza è stata ritrovata solo in seguito ad un attento restauro che ha portato vivacità e colore all’interno della cattedrale. Nella sua cripta si trova il museo diocesano che testimonia la lunga storia di Ugento come sede vescovile e permette di ammirare antichi messali, calici in oro ma anche tele e opere in cartapesta. Poco lontano da Piazza San Vincenzo si trova Palazzo Rovito che ospita la Biblioteca Comunale e incanta per i suoi delicati decori e per le pitture che arricchiscono soffitti color pesca. 

Palazzo Colosso è invece il palazzo baronale, oggi diventato Museo Colosso per volere del barone Adolfo Colosso, uomo di grande cultura, vissuto a cavallo tra l’Ottocento e il ‘Novecento. A lui si deve la donazione della collezione archeologica che ricostruisce molto dell’importante storia di Ugento. Nel Nuovo Museo civico di Archeologia, situato nel Convento dei Frati Minori Osservanti, si può ammirare, il simbolo di Ugento, lo Zeus Stilita, una sua copia, ad essere precisi. Lo Zeus è una statua in bronzo risalente al 500 a.C., una delle più rare e belle scoperte rinvenute ad Ugento. Nel museo si può vedere anche la Tomba dell’Atleta, si tratta di un monumento funerario di grandi dimensioni perché conteneva i resti e il corredo funebre di un intera famiglia importante.
Lontano dal centro abitato si trova la Cripta del Crocefisso, un luogo di culto davvero insolito e ancora oggi oggetto di interrogativi. A far discutere sono gli affreschi situati sulla volta che richiamano immagini esoteriche e simboli dei cavalieri templari. Assolutamente da vedere per l’incredibile fascino che emana questo luogo, risalente all’epoca dei messapi. 

Su un’altura in direzione di Torre San Giovanni si trova il santuario della Madonna del Casale, un luogo d’incanto immerso nel borgo, lì dove avevano trovato rifugio i monaci basiliani. Oggi il santuario è un luogo di pace, immerso nel verde e nel silenzio. Il Santuario diventa protagonista il primo lunedì dopo Pasquetta quando si festeggia la Madonna del Casale e per tradizione le famiglie si riuniscono qui per una scampagnata fuori porta.
In estate Ugento regala un salto indietro nella storia, quando tra le stradine del borgo antico si tiene l’evento Cibus Uxentuum, un evento che attraverso scenette e simpatici siparietti racconta la vita del Salento nei primi anni ‘Cinquanta.

Gemini

Gemini è una località piccola e tranquilla che si trova a 4,2 Km da Ugento, città di cui è frazione. Intrecciata tra il mito e la leggenda, la fondazione di Gemini storicamente viene fatta risalire al periodo romano.
Negli anni in cui Ugento è stata saccheggiata e presa d’assalto dai pirati e dai saraceni, Gemini ha aperto le porte alle persone in fuga. Risale a questo periodo la costruzione di eleganti palazzi. 

Gemini trascorre la sua vita in tranquillità, animandosi in particolare nel periodo estivo e beneficiando della sua vicinanza alle località di mare.
Negli ultimi anni la comunità si è animata molto, creando interessanti iniziative che hanno portato in questo piccolo centro tanti visitatori. A Gemini è viva da anni la tradizione del presepe vivente, particolarmente caratteristico e suggestivo e quest’anno si è aggiunto anche il villaggio della befana che ha riscosso tanti consensi.

Torre San Giovanni

Torre San Giovanni si trova ad appena dieci minuti da Ugento e lungo il litorale ionico è sicuramente una delle marine più belle ed interessanti. Il suo simbolo è il faro, con la sua facciata a scacchiera che guarda verso il porto. In pochi sanno che in realtà era un’antica torre d’avvistamento costiera, voluta nel ‘Cinquecento da Carlo V.
Poco più avanti, in seguito ad alcuni lavori di scavo, sono stati rinvenuti alcuni importanti reperti archeologici, tra cui delle anfore cretesi che hanno fatto pensare all’approdo di navi giunte dalla Grecia.
Negli ultimi anni il volto di Torre San Giovanni è cambiato molto, grazie al rifacimento del suo lungomare. Oggi qui si affacciano tanti locali e ristorantini che offrono musica dal vivo e ottima cucina ma anche ottime gelaterie, questo ha reso la località fortemente attrattiva per le famiglie e per i più giovani. Tanto che durante il periodo estivo le presenze sono migliaia e giungono da ogni parte del mondo.

Torre Mozza

Torre Mozza si trova a undici chilometri da Ugento, sorella minore della vicina Torre San Giovanni. Deve il suo nome alla torre cinquecentesca parzialmente crollata, e quindi “mozza”, che si affaccia su una spiaggia di sabbia fine con acqua limpide e cristalline. I tanti lidi che segnano la presenza di stabilimenti balneari sono un sicuro punto di ristoro durante i mesi di calura estiva e negli ultimi anni sono stati aperti anche alcuni ristorantini che permettono di gustare delle ottime ricette a base di pesce fresco locale.
È una località di mare adatta a chi cerca relax e tranquillità, lontano dalle folle. Nei mesi estivi vengono proposte attività ed eventi per allietare le vacanze di tutti, tra questi ha un successo sicura il mercato serale.

Lido Marini

Proseguendo lungo la costa ionica, in direzione Santa Maria di Leuca, si incontra Lido Marini, 12, 8 Km da Ugento. È una marina che vive di tranquillità per gran parte dell’anno ma con i primi caldi di fina maggio ritorna la vivacità tra le sue strade.

Il suo è uno dei più bei tratti di costa che si possono incontrare, con sabbia fine ma soprattutto acqua pura e limpida come poche altri luoghi. Non mancano i lidi attrezzati, per godere del mare in assoluto relax e qui spesso si organizzano serate di musica dove ballare e gustare cocktail al chiaro di luna.
Se siete alla ricerca di un luogo isolato, Lido Marini custodisce un piccolo segreto, conosciuto come Punta Mucurune. Si tratta di un lembo di spiaggia tra la marina di Torre Mozza e Lido Marini, la presenza di un insenatura protegge il mare dalle correnti e dai venti e qui avrete la certezza di trovare sempre acque caraibiche e una spiaggia libera che richiama l’autenticità del Salento vissuto, tra dune di sabbia e macchia mediterranea. 

Lido Marini è ricca di localini e ristoranti dove mangiare dell’ottimo pesce fresco e da non perdere è l’appuntamento con il mercato del venerdì, poco prima del tramonto.

Acquarica - Presicce

Presicce e Acquarica, si trovano a 11,3 km da Ugento. Questi due paesi sono stati per secoli divisi, simili ma per certi versi molto diversi. I loro centri abitati si sono pian piano uniti, abbracciati, fino ad arrivare a non avere più soluzione di continuità. Nel 2019 i cittadini si sono espressi e hanno deciso che Acquarica e Presicce possono unirsi in un unico comune, continuando a valorizzare le storie e le tradizioni dell’uno e dell’altro.

Acquarica

Il nome Acquarica deriva da “acqua ricca” per via della presenza nell’antichità di pozze d’acqua che hanno favorito la fondazione del borgo.
Nel medioevo, tra il ‘Quattrocento e il ‘Cinquecento, il duca Orsini del Balzo commissiona la costruzione di una fortezza, con l’intento di difendere l’abitato dai saccheggi. Il castello di Acquarica mantiene ancora oggi un aspetto austero, anche se della costruzione originale è rimasto solo il torrione di vedetta. Si può vedere sulle mura lo stemma dei Guarini, a loro si deve l’ammodernamento del palazzo, con lo spostamento degli ambienti nobili al piano superiore e la realizzazione della cappella di famiglia, intitolata a San Francesco D’Assisi. Ad Acquarica è legato anche la lavorazione del giunco e nel castello si può vedere il museo del giunco, con lo scopo di continuare a mantenere viva questa tradizione. Qui si trova anche un importante tassello della storia di questo luogo, si tratta della pila di Pompignano, l’antico casale che si trovava sulla serra salentina.

Tra i luoghi di culto, il più importante è la piccola chiesetta della Madonna dei Panneti, chiamata così per le donazioni di pane che venivano fatte ai non abbienti. Risale all’XI secolo ed è tra i luoghi più antichi nel Salento ed è uno dei pochi ad avere due absidi, su uno dei due si può vedere la raffigurazione di San Giovanni Battisti e altri dipinti ancora più antichi.
Con il tempo la chiese si è legata alla Masseria Celsorizzo, che si trova a qualche decina di metri. La masseria è stata costruita nel XV secolo ma non è integra. È rimasta in piedi la torre colombaia, realizzata nel ‘Cinquecento per diletto di caccia del principe Guarino ed è rimasta anche la torre, costruita nell’Ottocento. Al piano terra della torre si trova la cappella, intitolata a San Nicola e all’interno della quale si trovano ancora oggi alcuni affreschi, come quello del Cristo Pantocratore.
La masseria vive di pace e di quiete per tutto l’anno ma durante l’estate torna ad essere protagonista grazie alla Festa del grano. È un evento che accoglie ogni anno migliaia di persone perché è l’occasione per ascoltare musica dal vivo ma anche per ammirare le statue in paglia e ferro e per gustare i cibi cari alla tradizione salentina.

Presicce

Presicce si trova accoccolata lungo la serra salentina di Pozzo Mauro, uno degli antichi casali i cui abitanti hanno fondato il borgo di Acquarica e di Presicce. A spingerli a valle dev’essere stato il desiderio di acqua di cui l’area era ricca.
Il nome di Presicce è oggi legato all’oro giallo del Salento, l’olio che qui e in tutta la Terra d’Otranto veniva prodotto in grandi quantità. Fino alla fine dell’Ottocento in Salento veniva prodotto l’olio lampante, che veniva realizzato nelle viscere della terra, all’interno dei frantoi ipogei che ancora oggi si possono visitare a Presicce. Il più grande ipogeo si trova in Piazza del Popolo e guarda al Palazzo Ducale, conosciuto da tutti come “Il castello” per via delle sue torri merlate aggiunte nel ‘Novecento. 

La sua presenza è certa già dall’epoca normanna, voluto come rude fortezza difensiva. Nel 1630 è stato ricostruito per intero e addolcito con eleganti decori barocchi. In questa fase è stata aggiunta la bellissima loggia con arcate a tutto sesto e la cappella dell’Annunziazione. La punta di diamante di questo palazzo sono i suoi giardini pensili, realizzati sempre nel ‘Seicento e accompagnati da un elegante pergolato con al centro un pozzo finemente scolpito. Dai giardini si può vedere un piccolo accesso che conduce direttamente all’ingresso della chiesa di Sant’Andrea apostolo, evitando, così, ogni contatto con il popolo.
Dedicata al patrono, Sant’Andrea apostolo, la chiesa matrice è stata ricostruita in seguito al terremoto del 1743. Solo il campanile rinascimentale è rimasto in piedi, simbolo della forza di tutto il Salento. Sulla facciata spiccano i decori barocchi, realizzati con il caldo colore della pietra leccese e poggiati su una facciata candida. L’interno è arricchito da nove altari ma il più importante resta l’altare maggiore, un’opera di scuola napoletana realizzata in marmi policromi. Qui si può ammirare anche la raffigurazione di Sant’Andrea ad opera di Giandomenico Catalano, pittore del ‘Seicento, originario di Gallipoli. La festa patronale si tiene ogni anno il 30 novembre, nel giorno in cui, secondo la tradizione salentina, arriva il freddo che anticipa l’inverno.
La chiesa madre è sorvegliata a vista dalla colonna del santo patrono, che con il suo basamento in marmo occupa, imponente, piazza Villani. Alla base si possono vedere la raffigurazione delle quattro virtù cardinali, in alto Sant’Andrea poggia su un capitello e da lì custodisce e sorveglia la città di Presicce.

Via Gramsci è la strada dove vivevano le famiglie più potenti della città. Su via Gramsci si trova anche Casa Turrita, anticamente conosciuta anche come torre di San Vincenzo. Differente in tutto dalle sue sorelle, anche questa torre rientra nel sistema di difesa delle torri costiere voluto da Carlo V nel ‘Cinquecento. Di questa sua originaria funzione, il palazzo conserva le caditoie e le feritoie ma, in seguito, la torre è stata ingentilita con un elegante cortile e soprattutto con un bugnato a punta di diamante che abbellisce la facciata, rendendola unica in tutto il Salento.
Lungo il cammino che portava i pellegrini a Santa Maria di Leuca si trovano la chiesa di Santa Maria degli Angeli e il convento dei Padri Riformati, ancora oggi fuori dal centro abitato. La chiesa è essenziale, nuda e semplice nei decori ma anche molto suggestiva, circondata dal verde della campagna. Poggia su un luogo di culto preesistente, di cui restano testimonianze solo nel transetto. La volta è interamente affrescata e gli interni arricchiti da otto altari, in uno di questi si può ammirare il dipinto della Madonna con il bambino, legata ad un evento miracoloso. La chiesa di Santa Maria degli Angeli è stata anche lo scenario di una guarigione di un cieco, di cui abbiamo una narrazione privilegiata. A raccontare l’episodio è stato il filosofo Giulio Cesare Vanini, condannato al rogo per eresia, che racconta come il cieco in realtà abbia finto per tutta la vita di non vedere per poter chiedere le elemosina.
In estate Presicce si anima grazie ai tanti visitatori, curiosi di vedere i frantoi ma anche di passeggiare per il borgo antico. In estate si tiene anche il festival I colori dell’olio, un evento unico in cui si possono gustare le pietanze tipiche ma anche giocare ai tanti giochi antichi che vengono allestiti con strutture di paglia. Le serate del festival sono arricchite dai concerti delle voci più note del panorama musicale italiano.

Eventi ad Ugento e dintorni