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I fondali marini del salento

Nel Salento anche ciò che è celato ad un primo sguardo “superficiale” presenta ricchezze sorprendenti. I fondali del Salento riservano sorprese incredibili e sono estremamente diversificati per quanto riguarda ambienti, specie animali e vegetali. È possibile distinguere cinque tipi di ambienti marini sommersi, ognuno dei quali ha caratteristiche proprie ed un suo specifico fascino.

Fondali Rocciosi sono rintracciabili lungo tutto il litorale, sia sul versante Jonico, nella zona di Porto Selvaggio, Torre Inserraglio, Santa Caterina; poi a Leuca e infine sul versante Adriatico, presso le marine di Novaglie, Tricase Porto, Marittima e risalendo la costa da Castro Marina fino ad Otranto e Porto Badisco. Questi ambienti, con il loro aspetto spigoloso, sono popolati da spugne, molluschi e piccoli pesci. Nelle zone più oscure, nelle quali i processi della fotosintesi non sono possibili si trovano altri tipi di alghe dai nomi pittoreschi: coda di pavone, ombrellino di mare ed inoltre ricci, stelle marine e varie specie di pesci.

Un aspetto più “morbido” hanno i Fondali Mobili che caratterizzano ampie zone delle due coste del Salento, quella Jonica presso Torre Vado o Porto Cesareo e quella Adriatica ad Otranto e Torre Guaceto. Le presenze che popolano questo tipo di fondali sono estremamente variegate, proprio come nel caso della piazza di un paesello nel giorno di festa. Le spugne, i vermi tubicoli, i ricci e le stelle di mare dividono lo stesso ambiente con i gigli di mare, i molluschi bivalvi e numerose specie di pesci come triglie, sogliole, tracine ragno. Quello del Coralligeno è un ambiente del tutto particolare, spettacolare e colorato; segnala il buono stato di salute dei fondali nei quali si trova, restituendoci il vero senso di una natura incontaminata. È costituito da organismi vegetali, come alghe, che subiscono processi di calcificazione e si trasformano in complesse “architetture”. All’interno di esse vivono numerose specie animali e vegetali: gorgonie a ventaglio, spugne a canna e i polpi delle margherite di mare. L’intera penisola salentina ne è circondata. 

Nei fondali del Salento vi è anche la Prateria Posidonia, quella che può essere definita la “presenza ecologica” del nostro mare. È costituita da specie terrestri che si sono adattate agli ambienti marini ma continuano a manifestare abitudini terrestri come la produzione di fiori e frutti in particolari periodi dell’anno ed in particolari condizioni. Queste specie si sviluppano in vere e proprie praterie ma solo nei fondali mobili ed hanno la stessa funzione benefica di una foresta terrestre: liberano cioè ossigeno nelle acque. Inoltre essendo ancorate ai fondali contribuiscono ad arginare il fenomeno dell’erosione degli stessi. Si possono ammirare le Praterie in varie zone della Penisola Salentina: Gallipoli, Torre Mozza, Torre Vado sul versante Jonico e l’Oasi delle Cesine a pochi chilometri dalla città di Lecce. Una bellezza che accoglie è, infine, quella delle Grotte Marine, frutto della costante ed incessante fatica delle acque. Ne conosciamo moltissime, circa una cinquantina ed altrettante sono da catalogare. Alcune di esse si trovano al di sopra del livello del mare altre sono completamente sommerse e ci invitano ad una vera e propria immersione dalla quale riemergeremo con gli occhi pieni di colori meravigliosi e giochi di luce.

Percorsi subacquei del salento:

COLONNE GRECO-ROMANE

In località Torre Chianca, a soli 4 metri e mezzo di profondità e ad 80 metri di distanza dalla costa, giacciono, adagiate sul fondo sabbioso, 5 colonne monolitiche del II secolo d.C. Questo è un sito archeologico sommerso, che ricade nella Zona C dell’Area Marina Protetta: qui affondò un’imbarcazione proveniente dall’isola greca di Eubea, nell’Egeo, il cui carico era costituito da manufatti di vario genere, e da cinque enormi colonne di marmo cipollino. Le colonne, che misurano 9 metri di lunghezza e 70- 100 cm di diametro, provengono dalle cave di Karystos, all’estremità meridionale dell’isola di Eubea.

RELITTO DELLO JUNKER JU 88 – SANTA CATERINA

Nelle splendide acque che bagnano il litorale nei pressi di Santa Caterina a circa 35 metri di profondità dorme il suo sonno definitivo il relitto di un cacciabombardiere tedesco risalente alla Seconda Guerra Mondiale. Il corpo dell’aereo è quasi del tutto integro, solo la coda si è staccata nel momento dell’impatto ma si trova poco lontano. La scoperta di questo importante pezzo di storia, citato come se fosse una sorta di leggenda dagli anziani del paese, risale al 2009.

RELITTO DEL NEURALIA

A poco più di un miglio dalla costa di Torre Inserraglio, a 32 metri di profondità i fondali offrono la possibilità di una suggestiva immersione sul relitto di una nave ricca di storia: il Neuralia. Costruita nel 1912 dai cantieri nautici Barclay Curle & Co., a Glasgow in Gran Bretagna la ave, che oggi è un relitto, è adagiata sul fondo ad una profondità massima di 33 metri, e ad un miglio circa di distanza dalla costa.

GROTTA “IL CAMINO”

Il punto di immersione è situato in Zona C dell’Area Marina Protetta. Qui il fondale degrada improvvisamente dai 7 ai 19 metri ed il perimetro della parete sommersa appare punteggiato da numerosi anfratti e piccole grotte estremamente suggestivi; tutto intorno lastre di roccia e panettoni di coralligeno si alternano sul fondale sabbioso.

GROTTA DELL’ORA -OTRANTO

Questa meraviglia della natura si trova sulla costa idruntina, nei pressi della Torre del Serpente, la torre costiera d’avvistamento che veglia ancora oggi sul litorale della città. La volta di questa grotta ha subìto un crollo nella sua parte centrale dando vita ad una sorta di piramide di detriti. Attraverso l’apertura creatasi in seguito al cedimento penetra la luce del sole che crea bellissimi effetti di luce. L’accesso della grotta si trova a circa 18 metri di profondità e nell’ambiente interno, alle spalle della piramide di detriti si scopre l’esistenza di un’ulteriore caverna nella quale sono presenti sorgenti d’acqua dolce.